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L'autore si è posto più volte la domanda "chi me lo fa fare?". Eppure non ha trovato risposta. Tuttavia questa domanda gli ha permesso di rivivere appieno l'esperienza trascorsa nell'ambiente sportivo: da giovane calciatore, istruttore, genitore e responsabile di un settore giovanile di calcio, senza la presunzione di insegnare nulla, conscio di non essere risolutore dei problemi sportivi. Il testo richiama l'attenzione sull'attività sportiva vista da un punto di vista diverso da quello che un genitore, un atleta, un allenatore o un dirigente sportivo è solito avere. In effetti, non si ha l'abitudine di osservare l'evento sportivo sotto il profilo educativo, né ci si rende conto di quanti siano i benefici che il calcio possa offrire. Prendere a calci un pallone è qualcosa di meraviglioso: tanto più per dei bimbi che hanno il sogno d'imitare i grandi campioni. Perché il calcio è un ottimo modo di rapportarsi con se stessi e socializzare con gli altri. Del resto i bambini vivono in un mondo tutto loro, semplice e al contempo fantastico: sono piccoli ma hanno un cuore immenso; sono in grado di trasmettere felicità e gioia con un sorriso. Hanno una luce limpida negli occhi, voglia di scoprire, vivere, a differenza degli adulti. Dovremmo osservarli con più attenzione, facendoli sentire parte integrante di una squadra che li apprezza, riconoscendo l'importanza di ciascuno. Sarebbe bello somigliare a quei piccoli: mostrarsi nella pura semplicità, non affannarsi per la propria immagine fisica. Perché i bambini sono liberi di esprimere la voglia di correre, divertirsi, relazionarsi. E, poi, il processo di crescita passa dalla pratica sportiva: è inevitabile. Errato, quindi, trascurare le loro necessità, soprattutto nella fase pre-adolescenziale, poiché in quel tempo siamo noi a dettare le regole; mentre loro le subiscono. Eppure è indubbio che ogni adulto possieda altrettante emozioni, come Peter Pan, che vive in un mondo in cui non conta il colore della pelle, la diversità culturale o religiosa, essere belli, brutti, simpatici, antipatici. Adulti che, perciò, non pensano al passato e non si affannano per il futuro. E queste sono le sensazioni che provano soprattutto quando giocano a calcio... Uno sport che tante e tali emozioni concede. Il libro si legge proprio come una partita: inizia col riscaldamento.